martedì 26 giugno 2012

Top 10 - Le tipiche scuse da stronza, meglio note come i due di picche

10 - Non sei il mio tipo
Homer Simpson a questo punto direbbe: “d’oh!”. Prendete la frase così com’è. Un po’ sincera, un po’ banale. Tipo: Evviva gli stereotipi. Che cosa significhi poi, lo sanno solo loro donne. E in ogni caso, io che tipo sarei, scusa?
Stop. Non perdete tempo a individuare il tipo che interessa alla vostra lei (ehm.. almeno) per cercare di assomigliargli un po’. Non vi resta altro da fare: Siate voi stessi, in tutta la vostra "tipaggine". Sarete, si spera, il tipo della prossima.

9 - Lasciamo che le cose vengano da sé, non affrettiamo i tempi
Cazzata. Le donne se vogliono una cosa se la prendono e basta fregandosene del fato, della sorte e del destino. Testarde come sono c’è da valutare bene le alternative. Una mossa sbagliata e sei in scacco matto: ti guardi intorno, perdi il re e porti a casa un bel 2 di picche. Salva il re e più pedine possibili prima di farti mangiare del tutto. Serviranno per una prossima partita.

8 - Sono appena uscita da una storia lunga
Campanello d’allarme! Individuate le vie di fuga e aprite la porta di emergenza più vicina a voi. Questa è una scusa coi fiocchi. Non le piacete e basta. Uscite dal gioco immediatamente perché lei non vi considera affatto nemmeno come distrazione dalla sua pena d’amore finito. Non condannatevi da soli al patibolo. Levate le tende prima che lei demolisca le fondamenta del vostro sentimento.

7 - Volevo solo divertirmi
Ebbene si. Ci sono anche loro, le ragazze che fanno e disfano solo per fare e disfare. Probabilmente bambine disilluse che al posto di tutu’ rosa, bambole e Lelly Kelly preferivano Bull Boys e macchinine. O forse più probabilmente bambine che hanno fatto indigestione di confetti rosa, vestitini rosa, fiorellini rosa, bacini, elastichini, passeggini e cicciobelli. Che si sono rotte dell’ambiente roseo dell’amore e ora ziggano e zaggono a destra e a manca.
Se è così, se lo intuite, approfittatevene e tenete il cuore distante. Se invece è una scusa, tenete il cuore distante in ogni caso.

6 - Non penso possa funzionare, non vedo feeling tra di noi
Feeling. FEELING.
Abbandonate la sedia se siete seduti a un caffè con lei.
Spegnete il cellulare se ci state messaggiando.
Chiudete la chat se siete on-line.
Dietro la F, la doppia E, la L, la I , la N e la G la vostra lei nasconde dietro un bel “ non mi piaci affatto”.
Apprezzate la gentilezza della vostra dama che ha cercato di rendere la medicina meno amara rovesciando nel cucchiaio una soave parola inglese. Siate galantuomini, o meglio gentlemen, baciatele la mano e rispondete in un altrettanto sofisticato “bye bye”. Poi, dietro a questa coppia siamese di tre letterine, caricateci pure tutto il peggio significato che pensate.

5 - Non sono in cerca di una relazione stabile / fissa
La cazzata più grande di tutti i tempi. Tutte le donne sognano il principe azzurro, l’uomo che ha occhi e orecchie solo per loro. Se la vostra principessa sfodera questa frase è perché probabilmente una storia seria la vuole, ma sicuramente non con voi. I tempi non sono cambiati. Cenerentola e Biancaneve insegnano. Prendete il vostro Mercedes bianco e inserite la retro.

4 - Ho in testa un altro ragazzo
L’altro. Già. L’altro. Qui il gioco si fa decisamente più impegnativo: decidere se stare alle regole dettate dalla donzella in premio, barare o semplicemente ritirarsi?
Sicuramente vi siete accomodati al tavolo di un gioco di tattica. Rimane quindi solo da valutare le vostre capacità da pokerista, risikista o scacchista.

3 - Sono ancora innamorata del mio ex
Gli ex, ah che brutta razza! Quando ci sono di mezzo gli ex c’è da stare sempre in guardia! Se le vostre orecchie sentono queste parole c’è da valutare dunque bene quante carte son rimaste sul tavolo e la posta in gioco. Gli ex possono realmente occupare i pensieri della vostra “Lei”.
Quindi prima che lei scarti il favoloso 2 di picche, scartate prima voi tutti i fiori e cuori del vostro mazzo. Solo così potrete avere una possibilità. Ma se la vostra principessa usa l’ex solo come scusa, ahimè, non ci saranno né fanti né re che possano lottare a vostro favore.Ritiratevi in tempo. Suonate il corno, prima che sia lui a spuntarvi in testa.


2 - Sono presa da mille cose, non ho tempo per dedicarmi in modo serio ad una relazione
La peggiore delle scuse. Una donna non è mai troppo impegnata per fare quello che vuole e le interessa veramente. Quindi, amici miei, se venite dopo parrucchiere, palestra, estetista, manicure e pedicure, telefilm o skype mi dispiace per voi ma non ci saranno mazzi di rose, cioccolatini o lettere che tengano.
Ritiratevi in tempo. 

1 - Per me sei solo un amico
Eccola. E’ lei la vincitrice indiscussa di tutte le epoche ed ere umane e terrestri.
Probabilmente potessero parlare i pianeti, anche la Luna lo direbbe al Sole per poi andare subito a letto con Giove!
Bella, lucente, meravigliosa in tutto il suo splendore, non invecchia mai.
D’altronde Max Pezzali ci aveva avvisato già da tempo: “ La regola dell’amico non sbaglia mai”.
Incassate e andatevene. Da buoni amici.

lunedì 25 giugno 2012

Hug on the dancefloor

Leggevo il post di Chica, e mi è venuto in mente ciò che è successo venerdì.
Piccolo riepilogo. Io facevo parte di un gruppo di amici dal 2006, molto affiatato e che ho sempre difeso strenuamente. Nell'estate scorsa mi è stato fatto un torto che non ho mai digerito. Quindi dopo mesi di silenzio dove uscivo ma non con la stessa foga di sempre, ho deciso di rendere tutto pubblico come motivi del perchè mi comportavo così e i nomi che avevano causato questo. E siccome quando io mi punto su una decisione non mi guardo più indietro non ho più pensato a loro. Fino a venerdì.
L'autore della mia "fuga" dal gruppo si avvicina e saluta la persona accanto a me a voce, menre a me tende solo la mano. Io saluto con la testa e gli stringo la mano. Però succede qualcos'altro. Vedo da lontano un'altra persona. L'unica di quel gruppo che posso dire che mi manchi sul serio. Perchè nonostante tutti dicano che sia un merda, che parla male delle persone, con me è sempre stata una persona vera. Potete dire: si ma chi parla male degli altri con te parla male di te con gli altri. Vero. Ma il rapporto con lui è sempre stato diretto e sincero. Sta di fatto che passo fra la pista da ballo (locale sulla spiaggia con musica) e me lo trovo davanti. E mi abbraccia. Tutti gli altri ballando intorno, e noi abbracciati. Lui mi diceva frasi del tipo: "Ma che cazzo di fine hai fatto?" oppure "Torna a uscire e sbattitene degli altri, ca funti rottu accallonausu." (trad. che sono tutti accallonati, inteso come non hanno voglia di far nulla).
Non ho bisogno di gesti plateali per capire il valore di una persona. Lui, come Jack, Auro, Lode e anche Lu e Mannu, so che sono persone sul quale posso contare anche se passo mesi e mesi senza sentirli o vederli. Sono persone di cui mi fido ciecamente.

domenica 24 giugno 2012

Matrimonio americano

Sono appena finite le finali NBA. Non so a quanti possa interessare, ma ascoltando le telecronache di Federico Buffa ho sentito storie fantastiche. Una di quelle che mi è rimasta più impressa è la storia della moglie di Kobe Bryant, uomo franchigia del Los Angeles Lakers.
Partiamo proprio da lei, da Vanessa Laine. Nasce da una famiglia messicana molto seria, che le impediva di uscire se non accompagnata dalla cugina. Un giorno viene a sapere che Kobe deve andare a girare uno spot nel posto dove lavora la cugina. Quindi con la scusa riesce ad infiltrarsi. Lei ha già deciso il da farsi. Riesce a incontrare Kobe e con i 15 secondi che aveva a disposizione per stare a contatto con lui gli dice: "Tu sei l'uomo della mia vita, io voglio sposarti." Kobe uscirà da quella stanza sapendo che quella sarà sua moglie. Il 18 aprile 2001 sposa Vanessa, appena ventunenne, da cui avrà due figlie.
Ma i LA Lakers non sono una squadra qualunque, sono una specie di sit com. E vengono attribuiti molti flirt a Kobe, oltre un'accusa di stupro. Vanessa non chiede il divorzio, ma sta con la clessidra accanto. Questo perchè dopo 10 anni e un minuto, in America, il matrimonio viene considerato di lunga percorrenza, quindi ha il diritto alla metà del patrimonio, stimato in 150 milioni di dollari. Quindi a Vanessa è toccato: 3 case a Newport e 75 milioni. Ah i parenti serpenti.

martedì 19 giugno 2012

Notte prima degli esami

Oggi sarà la notte prima degli esami per tanti. Quindi vi racconto in dieci punti la mia notte di 4 anni fa, ma anche qualcosa del giorno dopo.

- Sono sempre stato un ferreo sostenitore di: non si studia il giorno prima. Infatti passammo la sera a guardare Italia-Francia, di Euro2008 (2-0 Pirlo, DeRossi). A quei tempi la nazionale mi interessava ancora, e fu una compagnia splendida. E anche la compagnia fu molto buona.
- Tornando a casa, partì l'ignoranza. In tre su una Panda, mettemmo a tutto volume la colonna sonora de "Lo squalo", e appena incrociavamo qualche passante ci abbassavamo di colpo per far sembrare che non ci fosse nessuno. L'avevo detto che era ignoranza.
- La mia più grande preoccupazione fu il cibo. Nella mia borsa c'erano più viveri che altro. Infatti passai la prima prova a magiare KitKat, parlando col mio vecchio compagno di banco.
- Ero veramente molto tranquillo. Sapevo di essere molto bravo nei temi (14/15 voto della prova), quindi mi limitai a leggere un pochino qua e là. Forse fu una delle pochissime volte che feci un compito senza un bigliettino.
- Finita la prova mi venne un mezzo infarto perchè non trovai più la macchina fuori dove l'avevo parcheggiata. Infatti mio padre ebbe l'idea geniale di venirla a prendere senza dirmi nulla. Penso di aver perso qualche anno di vita.
- La canzone di sottofondo non era quella classica di Venditti, ma era Maracaibo. Noi appena tornati dalla gita a Barcellona non facevamo altro che cantarla. Dal nulla si sentiva qualcuno che urlava: eeeeeeRUMMECOCAINA, e gli altri ZAN ZAN. Dei dementi.
- Fortunatamente non ci misero nei corridoi ma in una biblioteca, con tanto di aria condizionata. Tutti gli altri o in corridoi, o in aula magna, grondanti di sudore. Ah ah ah LOSERS!
- Non avevo ancora la minima idea su che tesina portare. Quindi quando mi passarono il foglio per scrivere il titolo scrissi la prima cosa che mi venne il mente. Il problema fu collegare tutto il resto intorno.
- Il bagno femminile era ornato di libri in ogni angolo, quello maschile invece era riservato solo ai bisogno fisiologici. Inutile dire che la fila era in quello femminile, come sempre.
- Forse come ultimo punto dovrei mettere qualche consiglio. Non bisogna essere agitati, le tracce sono molte e chiunque se la può cavare. Vestitevi molto leggeri e comodi. Alla commissione non frega nulla come siete conciati. La posizione del banco non è fondamentale, nella seconda e terza prova invece è una delle cose principali. E qua vi parla uno che delle tattiche di posizione nei compiti ci ha puntato tutto.


Godetevi tutto questo. Quell'atmosfera mi manca un sacco.

domenica 17 giugno 2012

4 anni di arretrati

Il post di oggi potrebbe assomigliare molto a quelli di Gossip Girl. Ok Jake, non voglio scrivere nei blog i cazzi degli altri, ma la serata di ieri è stata meravigliosa. Il cast semplice e quasi casuale: il sottoscritto, che in questi casi prende il nome del "generale Eroe" od "Il merda" per la quantità di storie strane e segrete che tiro fuori in queste occasioni; il colonnello Lode, migliore amica dell'Eroe da tanto tempo. A questi due si uniscono Federica "Zanzarina", grande amica di Lode; e Gigi "fratello metallo".
Cos'hanno in comune queste quattro persone? Essere stati insieme nella stessa classe per 5 anni, nonostante non siano sempre andati così d'accordo od aver avuto tanta confidenza. Ma la fine della scuola unisce tantissimo, ma ancor di più uniscono tutte le storie ed i retroscena di quegli anni, senza dimenticare gli sviluppi futuri di tutti coloro che ogni mattina erano lì con te.
Preferisco uscire una volta al mese con persone come loro, che tutti i giorni con gli altri.

martedì 12 giugno 2012

Boicottare? Sapete che vuol dire?

E' assolutamente legittimo non guardare gli Europei e boicottarli per principio, ma il mio pensiero è che, nonostante il gesto sia moralmente alto, sia del tutto inutile nel concreto, perchè il fine ultimo del boicottare deve essere quello di "far perdere soldi"; quindi non avremmo dovuto farlo noi ma le televisioni che hanno comprato i diritti tv, la Uefa che ha ricoperto di soldi l'Ucraina e i tifosi che stanno riempiendo gli stadi in questi giorni.
Tra l'altro a chi boicotta chiedo: ma nel 2008, alle Olimpiadi di Pechino, dove eravate? Perchè non mi sembra che in Cina i diritti civili siano rispettati, ma tutto 'sto casino non ci fu.
Inoltre è giustissimo protestare contro l'Ucraina per aver commesso quello scempio nei confronti di poveri cani randagi, ma perchè nessuno parla di boicottare per via dell'atteggiamento dittatoriale ucraino nei confronti di Yulia Tymoshenko? Forse perchè non esistono link su Facebook da condividere.
Quindi è giusto avercela con l'Ucraina, ma non la menate troppo a chi guarderà gli Europei, come se fossimo noi ad aver fatto quello schifo (ripeto, schifo al quale avrebbe dovuto rispondere la Uefa, no noi) e poi perchè una parte di chi boicotta non lo farà per spirito d'iniziativa, ma semplicemente perchè "così dicono su Facebook".

lunedì 11 giugno 2012

Il segreto racchiuso in un po-po-po-po-po-po

Non c'é nulla come la Nazionale che metta d'accordo il nostro travagliato paese. Poco importa che per 365 giorni all'anno questo sia dilaniato da fazioni in lotta su tutto, dal terremoto alla politica, dalle tasse all'istruzione, da San Remo ad Amici. Come gli azzurri varcano il campo la visione diventa uniforme. Nessuna incomprensione all'orizzonte. Le interpretazioni che sposano incredibilmente la stessa e medesima linea.
L'orgoglio nazionale si rispolvera solo in queste occasioni. Europei e Mondiali. Per il resto dell'eternità non potrebbe fregarcene di meno di appartenere allo stesso popolo e di voler combattere per lo stesso obiettivo. Certo, se parliamo di buttare una palla in rete le cose cambiano notevolmente. Per l'occasione ci trasformiamo completamente. Non importa quali ombre adombrino l'etica della squadra e non importano nemmeno gli avvisi di garanzia. Si parla immediatamente di riscatto. Come se la parte lesa fosse la nazionale. Non coloro che sono costretti a sentirsi dire dal Capitano che due feriti non fanno un morto. L'etica secondo Buffon. Ma non fategli la paternale, per amor di Dio.
La Rai nel suo piccolo ci regala un'immagine perfettamente aderente alla geografia del paese. Il commento é spesso approssimativo, trafitto da (in)sano campanilismo, esaltato al limite della ratio. Dopo i primi 7 minuti lo slogan più ripetuto é "siamo perfetti". Crepi la modestia. Ad onore del vero l'Italia sorprende per una prestazione ordinata e l'inspiegabile decisione della Spagna di giocare tre quarti della partita senza attacco l'aiuta. Ma la Nazionale non sfigura, anzi. Dopo il vantaggio segnato da Di Natale l'onnipotenza dei telecronisti rasenta momenti surreali. Prandelli sta giocando come Mourinho contro il Barca, sono costrette a sentire le nostre povere orecchie. Non contento l'autore di questa perla rincara la dose. Anzi, Prandelli lo sta facendo decisamente meglio. Le divinità tutte devono essere rimaste scosse da queste azzardate dichiarazioni e allora ecco immediato il pareggio della Spagna. Ehm, c'é un limite a tutto. Man mano che passano i minuti, senza ribadire in nessun modo che dall'entrata di Torres le cose si stavano mettendo piuttosto male per noi (ma appunto, trattandosi di Torres nessun grosso pericolo), ecco la lenta ma inesorabile trasformazione epica della partita. Odore di impresa. Dopo il fischio della fine della partita la Rai agguanta l'eroe Prandelli per farsi sviscerare gli ingredienti di questa buona prestazione. Peccato che l'audio sia muto e che, anche sforzandoci, non riusciamo ad interpretare il labiale. Il problema tecnico si risolve giusto negli ultimi secondi dell'intervista e noi non possiamo che essere d'accordo con Cesare. "L'Italia é questa." Nel bene e nel male. Che vi piaccia o no.

sabato 9 giugno 2012

Ridateci Stig

Ci sono giocatori non facili da dimenticare. Uno di questi è Stig Tøfting, famoso per la sua indole mansueta e per il fisico dal culturista.
Nel 1999 ha mandato all'ospedale un ragazzo in una discoteca di Aarhus, ottenendo 20 giorni di carcere con la condizionale.
Nell'anno 2000, desideroso di aprire un bar nel suo paese natale, e si vede negare la licenza dal sindaco per via di losche conoscenze. Cosa che vi sembrerà strana, dato che in Italia non ti danno la licenza se non hai conoscenze losche. A questo punto Stig si candida a sindaco e viene eletto, salvo poi ritirarsi in quanto non interessato all'attività di primo cittadino. Il nuovo sindaco gli ha concesso comunque la licenza. Da qualche anno, permette di fumare nel suo locale nonostante il divieto. Quindi, ogni anno paga preventivamente 365 multe (true story).
Durante i mondiali di calcio del 2002 è protagonista di una rissa con il compagno Jesper Grønkjær, reo di avere reagito ad un suo scherzo. Perchè agli scherzi di Stig non si reagisce.
Sempre nel 2002 prende a testate il proprietario di un ristorante di Copenaghen che si lamentava dell'eccessiva baldoria sua e dei compagni di Nazionale, ottendendo quattro mesi di carcere e compromettendo il suo ingaggio al Bolton.
Nel 2004 è stato licenziato dall'Aarhus per aver picchiato alcuni compagni di squadra durante la festa di Natale con il sottofondo di White Xmas.
Ha appeso le scarpette al chiodo nel 2007. Oltre che camminare scalzo, ha messo il chiodo in fronte ad un difensore.
Ritiratosi, ha deciso di darsi al pugilato, con 25 anni di ritardo. Nel 2008 ha disputato un incontro a Copenaghen, contro l'ex cantante degli Aqua, René Dif.
Ha scommesso che se la nazionale danese fosse arrivata fra le prime sei nel 2008, avrebbe pulito tutto il palazzetto dello sport. Da 35.000 posti.
Stig, ci manchi!

giovedì 7 giugno 2012

Top10 - I peggiori infami con cui giocare a calcetto

La Serie A è un campionato per pochi eletti ma l’Italia, nazione innamorata del pallone, offre a tutti una possibilità. Il surrogato alle atmosfere create dal calcio si chiama calcetto. Tutti (o quasi) i maschi (di ogni età ed estrazione sociale) almeno una volta han calcato un campetto affrontando gli amici in un cinque contro cinque che per molti si è col tempo trasformato un appuntamento settimanale. Ma non sempre i compagni sono come li vorremmo.

10 - I Nicola Legrottaglie | I giocatori che si fanno il segno della croce
Atleti di Dio. Primatisti di convinzione. Religiosi. Entrano e toccano l’erba sintetica, poi portano le dita alla fronte e inaugurano la loro partita con un segno della croce. Dio, si sa, guarda le partite di calcetto.

9 - I David Beckham | I giocatori Glamour 
Scarpini ultimo modello, calzettoni stretti alle caviglie con il nastro, fascetta nei capelli. I David Beckham sono i personaggi che spendono, per una partita di calcetto fra amici in massima parte vestiti da muratori dei primi anni 50, una cifra prossima al monte ingaggi del Barcellona. Per loro ogni accessorio è fondamentale. Dalla borsa alle ciabatte, dal laccio dei pantaloncini ai parastinchi. Se scoprono un pelo superfluo, sul loro corpo da wannabe calciatore di serieA, predispongono un intervento d’urgenza. Sulle panchine dei campi portano la loro ragazza, hanno infatti bisogno di qualcuno che li ammiri. Se son forti niente da dire. Peccato che quasi tutti siano pippe.

8 - I Mario Balotelli | I giocatori che arrivano al campo in ritardo 
L’ora di affitto del campo dura un’ora. Non dura due ore. Se si gioca alle 9 si finisce alle 10. Peccato che ogni partita debba dipendere dai ritardatari, i giocatori che si presentano accumulando disumani ritardi, quelli che ogni settimana trovano il passaggio a livello abbassato, la gomma bucata o escono in ritardo dall’ufficio. Il loro divismo costringe il resto della banda ad iniziare una partita inconsistente, a 4 vs 5. Ogni persona sul campo li odia e dato che il giocatore di calcetto ha una sua etica chi arriva in ritardo sa già che verrà “punito”. Come? Subendo interventi alla Marco Materazzi.

7 - Gli Stefano Mauri | I giocatori a cui manca sempre un euro 
Sono quelli a cui, nello spiacevole momento in cui parte la raccolta soldi per l’affitto del campo, manca sempre un euro, due euro, cinquanta centesimi, cinque euro, il portafoglio. Da copione si scoprirà che bazzicano gli ambienti degli zingari e che sono pesantemente coinvolti nel calcetto scommesse.

6 - Gli Amauri Il giocatore-totem dell´attacco meglio noto come l'uomo in meno
Sono talmente deboli che il danno minimo lo procurano in attacco. Dopo le prime esibizioni in cui sono stati testati in difesa (nel calcetto decisamente più importante dell’attacco) con disastrosi risultati e tennistici parziali, di partita in partita vengono avanzati e diventano i totem dell’attacco. Probabilmente non si accorgono che l’evoluzione della loro posizione dipende soltanto da ragioni di opportunità e si autoconvincono di essere raffinatissimi artisti del pallone. Tutti i compagni di squadra li odiano. 

5 - I Marko Arnautovic | I burloni della squadra
Come riconoscere il burlone della squadra? Basta assistere all’ingresso in campo del team. Il Burlone è quello che sul completino ha fatto stampare il numero 69.

4 - Gli Zlatan Ibrahimovic | I giocatori che non vogliono mai andare in porta 
Nel 95% delle partite di calcetto disputate le compagini non dispongono di un portiere. Le poche squadre che ne hanno uno sono le più invidiate di tutte. Chi non può avvalersi di un numero1 è costretto ad adottare la tattica del “dai in porta giriamo”. Peccato ci sia sempre l’infame che in porta non voglia andarci. Misteriosamente i suoi turni fra i pali durano sempre meno di un minuto (chi mi dà il cambio che è una vita che sono in porta?).

3 - I Cristiano Ronaldo | I giocatori belli e impossibiliPerfetti. La preparazione alla partita, per i Cristiano Ronaldo, equivale al trucco e parrucco per una sfilata di convinzione. Negli spogliatoi indugiano davanti allo specchio. Caricano il ciuffo di gel e pompano gli addominali. Raggiungono un livello di concentrazione equivalente ad una semifinale di ritorno dal risultato incerto di Champions League. Entrano in campo in botta, fissando, con determinazione da ribelli del pallone, inesistenti telecamere. Peccato non ci siano i giornalisti di Sky a bordo campo.

2 - I Marco Tardelli di Spagna82 | I giocatori che hanno il coraggio di esultare
Appartengono al ramo dei convinti. Sono a tal punto calati nella parte e consapevoli (solo loro!) dell’importanza del match di quartiere che stanno disputando che se segnano hanno in tasca la coreografia per la rete. Ebbene sì, anche nelle più disgraziate partite di calcetto, anche nelle epiche repliche di scapoli e ammogliati, alcuni giocatori hanno il coraggio di esultare. In maniera pacata? Come gesto istintivo? Ma nemmeno per sogno! La cornice della sfida si trasforma nel Santiago Bernabeu, il “giocatore che ha il coraggio di esultare” si tramuta nell’eletto: baci all’anello come Raul, grida in direzione di (inesistenti) tifosi e telecamere, arepolanini alla Montella, mitragliette alla Batistuta, linguacce alla Del Piero, trenini in memoria di Igor Protti e Sandro Tovalieri, sambe brasiliane e chi più ne ha più ne metta.

1 - I Lionel Messi | I giocatori dell´altra squadra che hanno vinto tre palloni d´oro
Immarcabili. Ingestibili. Veloci, atletici, precisi, letali. Capitano sempre nell’altra squadra e ti inducono a pensare al perché! Per quale motivo l’incrocio fra Pelè, Maradona, Platini, Messi e Roberto Baggio, ha deciso di scendere in campo contro di te e di farti odiare con tutto (ma proprio tutto) il tuo cuore la tua preziosissima ora di calcetto settimanale?

mercoledì 6 giugno 2012

Non più Charlotte King

Ok sono solo telefilm, ma quando le puntate affrontano certi temi ti colpiscono profondamente. Già la 8x19 di House, The C Word, penso sia stata una delle puntate più strazianti che abbia mai visto. E che comunque consiglio a tutti, fan e no, proprio per il tema che tratta. Perchè certe cose accadono nel mondo, ma finchè qualcuno non ci "sbatte il muso" o vede che succede, pensa che certe cose siano sempre lontane.
L'aggressione a Charlotte, nell'episodio 4x07 di Private Practice, mette in evidenza il gesto più vile che si possa fare. E se avete letto qualcosa di questo blog, sapete che non sono propriamente un buonista. Cosa c'è di più viscido che aggredire una donna? Come può qualcuno anche guardarsi allo specchio dopo aver fatto una cosa simile?
Io mi auguro sempre che i colpevoli soffrano. Magari dalle persone care della persona che hanno ferito. Anche se si meriterebbero di peggio.

domenica 3 giugno 2012

American wedding

Non pensavo si potesse organizzare un matrimonio del genere da queste parti. Ma se la location è questa, l'evento non può che essere spettacolare. A mera annusu, Luca & Jonidal!













venerdì 1 giugno 2012

Storia di un papa

Seconda guerra mondiale. 
Polonia.
Un soldato tedesco insegue un giovane polacco. Il polacco cerca di sfuggire entrando in un vicolo che però risulta un vicolo cieco. Il soldato tedesco lo raggiunge i gli punta il fucile adosso dicendo:
"E ora sara la tua fine polacco.."
Una voce dall'alto lo blocca.
"No.. Non farlo.."
Il soldato si guardò intorno. 
"Chi ha parlato?"
La voce continuava.
"No.. Non farlo."
Il soldato si fece più aggressivo. 
"Ma chi sei? Fatti vedere, se non vuoi fare la fine che adesso fara questo qui!"
Caricò il fucile e prese la mira per sparare al giovane. La voce lo fermò di nuovo.
"No! Ti ho detto che non devi farlo!"
Il soldato prese una decisione.
"Adesso basta, se non ti fai vedere lo faccio fuori!
La voce allora, decise di spiegargli tutto.
"Non uccidere questo polacco, un giorno diventera Papa!
Il soldato rimase sorpreso
"Cosa? Ed io?"
E la voce disse:
"Dopo, tu dopo.."

Con la speranza che la fede sia sempre con voi. E che il palco di Milano crolli portandosi via lui e tutti i suoi tirapiedi. 
Fuck the pope <3